domenica 3 novembre 2013

I primi di Novembre

Questi giorni di festa mi hanno fatto riandare al passato quando si arrivava in campagna dai nonni il pomeriggio del 31 ottobre. Avendo come Santo Patrono San Giusto, che celebriamo il 3 Novembre, all’epoca il 1° ed il 2 Novembre festività per gli eventi religiosi ed il 4 Novembre come festa dell’ Unità e delle Forze Armate, per noi di Trieste era un ponte magnifico, in qualche anno benedetto dal cadere di una domenica, prima o dopo, allungando la nostra vacanza.
 
Trovavamo la casa della nonna tirata a lucido, dopo le fatiche della vendemmia e del travaso del vino nuovo nelle botti a maturare. Era ancora da ultimare la raccolta del mais, ma il nonno e la nonna nelle giornate di sole spigolavano con lentezza, aspettando il tempo di chiamare la trebbiatrice.
 
Questi giorni d’inizi Novembre erano una piacevole pausa, per loro contadini e per noi ragazzi.
 
Nella cucina linda di nonna sulla madia c’erano sempre, dal 1° al 4 novembre, tre bicchieri pieni d’acqua, ognuno aveva uno stoppino che galleggiava e si accendeva, alimentato dall’olio in superfice. La nonna di tanto in tanto raccimava l’olio, cambiava il lucignolo e lo accendeva con un fiammifero, quelli lunghi di legno che noi chiamiamo “spetime un poco” (aspettami un po’) in quanto dalla scintilla dello sfregamento sulla strisciolina di carta vetrata alla presa fuoco dello zolfanello ci voleva un buon secondo di tempo.
 
La nonna aveva ripreso a cucinare sulla stufa a legna da cucina, togliendo l’umidità alle giornate in casa e sfornava il pane croccante fuori e morbido dentro che profumava tutta l'aria fuori e dentro casa.  Che delizia ottenere una fetta fumante e mangiarla, magari con una fetta di salame o prosciutto di casa. I pranzi e le cene erano generose ed il profumo ed il gusto del pollo e patate al forno era delizioso. Per la prima volta nella stagione la nonna faceva il baccalà mantecato con tanta pazienza: dapprima lo faceva pestare dal nonno con il retro della testa della scure per rompere le fibre, poi lo bolliva per ore, dopo lo scolava ed immediatamente mondava di brandelli di carne dalle spine per tirarle via più agevolmente, altrimenti si incollavano alla polpa. Alla fine poneva il tutto in una pentola alta, aggiungeva olio ed aromi ed iniziava la grande fatica di mescolarlo sbattendo finchè i pezzi di carne non diventavano una crema, aggiungendo ogni tanto olio quanto la carne assorbiva, di tanto in tanto poneva  la pentola a scaldare sul lato più esterno della piastra della stufa per facilitare lo sfaldamento delle fibre. Alla fine veniva mangiato così come crema oppure con un'aggiunta di latte accompagnato da una gustosissima polenta fumante, tagliata con il filo da cucire. Ed era una delizia !  Un altro rito era quello del pane fresco pucciato nel vino rosso, dove era stato aggiunto un generoso cucchiaio di zucchero : era il dessert di fine pranzo di noi ragazzi. Mamma brontolava per il troppo vino che ci davano, ma i nonni ribattevano: "tanto dopo vanno a dormire e poi fa sangue" e rinforzavano con un “Che i ciapi un poco de color!” (che prendano un po’ di colore) : in effetti eravamo smunti all’arrivo perché in città non avevamo modo di fare attività all’aperto, mentre in campagna stavamo all’aperto più che potevamo e rientravamo solo per fame e sonno.  Alle volte se le sere erano particolarmente rigide la nonna faceva il vin brulé : poneva sul fuoco una pentolina con vino rosso, ci aggiungeva zucchero e cannella, chiodo di garofano e poi faceva bollire ed alla fine dava fuoco all'alcol.
 
Di sera si stava tutti accanto al fuoco. Il nonno metteva la panna del latte appena munto in una bottiglia di vetro con un tappo di sughero ed iniziava a sbatterla ritmicamente, il lavoro anche qui era di pazienza e di fatica, la nonna ed il nonno si passavano a turno la bottiglia per agitarla fino a che non si coagulavano i "gnocchetti di burro" : erano squisiti.
L'ultima cerimonia era quella della borsa d'acqua calda.
 
 
 
La cucina a legna era come questa. La foto presa in internet è di una stufa molto vecchia e malandata, immaginatela lucida nelle cromature e ben pulita. Gli sportelli di sinistra sono del forno sopra e dello scaldavivande sotto. A destra il primo è lo sportello della legna, il secondo è lo sfiato per dare aria ed il terzo in fondo era la raccolta delle ceneri. Sopra a sinistra era dotata anche di una caldaia d'acqua che il fuoco scaldava e che la nonna travasava nelle borse d'acqua calda con un mestolo, le placcava per far uscire il vapore e poi ce le passava.
 
Il 1° ed il 2 ci si alzava per tempo ed alle 10 preparati di tutto punto si andava in compagnia dei ragazzi dei vicini in paese alla Messa, che iniziava alle 10.30 e durava quasi fino a mezzogiorno, perché cantata ed il parroco aggiungeva uno stuolo di chierichetti di cui un paio aveva l'onere più che l'onore di portare l'ombrello processionale coprendogli la testa durante tutto il rito. La cosa più che sacralità, dava alla messa un che di grottesco : i chierichetti annaspavano sotto il peso e la fatica di seguire il sacerdote, che durante la messa li redarguiva e li strattonava perché si mettessero nella giusta posizione.
 
 
Al ritorno si pranzava e dopo eravamo liberi di scorazzare dove volevamo con l’unica raccomandazione “ ste ‘tenti” (state attenti!). A cosa? ai falchi che piombavano sulle galline, per i serpenti non era più stagione, ai cani randagi (tirategli pietre o portatevi un bastone - erano le raccomandazioni alla difesa), oppure agli zingari (corè a casa - correte a casa). Ma a parte i cani (di qualche casa un po' distante) che ci correvano dietro quando andavamo in bici, nella mia vita in campagna ho avuto la fortuna di non incontrare tali pericoli. Noi correvamo per i campi con il nostro cane, dividendo con lui le nostre merende, giocando a nascondino, oppure seguivamo il nonno che bruciava le stoppie dei canali ed i bordi dei campi. Un’usanza che non si fa più, almeno da noi. Un paio d'ore stavamo dallo zio Dino che ci raccontava alcuni suoi scherzi ai danni e beffa di qualche ingenuo vicino, lui ci insegnava a giocare a carte e ci raccoglieva sotto il suo portico incalzando ora uno ora l’altro, suggerendo ed ammonendo, infervorandosi e ridacchiando di gusto, quando vinceva, facendo sobbalzare la pancia prominente, con uno sguardo tra il divertito ed il furbo degli occhi socchiusi per ripararsi dall’immancabile sigaretta che teneva in bocca, ritornava sempre “bambino” anche lui con noi. Qualche volta ci portava in cucina, tagliava a metà delle patate ci metteva sale sopra la parte della polpa e le metteva in forno. Quando le tirava fuori erano morbide con la buccia fina che si staccava facilmente e sopra il sale aveva fatto una crosticina deliziosa, che mangiavamo con gusto.  Oppure si andava a far visita allo zio Gildo, che elargiva una succulenta merenda di prosciutto fatto in casa.
 
Non avevamo videogiochi, non c'era ancora la televisione, non c'era il computer eppure ci divertivamo da matti ed alla fine eravamo soddisfatti ed esausti.
 
Al 4 di pomeriggio il nonno ci accompagnava alla stazione delle corriere della vicina città con il carro e l’asino nei primi anni ed in seguito con il carro ed il trattore: per noi era una gran festa, sedevamo sui bordi tenendo nelle manine il carro forte forte, alla raccomandazione “tignive duro” (tenetevi forte). Eravamo felici per il tempo trascorso in libertà ma anche perché tornavamo a casa con qualche soldo che i nonni e gli zii allungavano dopo ogni visita, che il più delle volte andavano a coprire una necessità rimandata da tempo.

venerdì 1 novembre 2013

Quanto dura una regina ?


To be or not to be ! Essere o non essere.

United Kingdom 1 - U.S.A.   12  
              Queen Elisabeth II         vs.   Obama
                                                   Bush Jr
                                                  Clinton
                                                    Bush Sr.
                                                 Carter
                                                   Reagan
                                              Ford
                                                Nixon
                                                                           (  Johnson, non incontrato)
                                                     Kennedy
                                                         Eisenhower
                                                   Truman




Impressionante !

Un conoscente mi ha inviato questo link : http://www.poodwaddle.com/Stats/ 
Guardatelo : è un orologio conta....tutto ! 
Le cifre sono impressionanti. La nostra mente gira costantemente nel nostro "mondo", ma se guardate questo link vi accorgerete di quanto limitato sia e quanta parte d'umanità e di realtà -diverse dalla nostra- lasciamo "fuori dalla porta"! 
Guardando e considerando, sono stata assalita da un'emozione raccapricciante. 
Sono solo numeri ? Purtroppo no, se pensiamo che ad ogni numero corrisponde un essere umano, una realtà di vissuto, che coinvolge altri esseri umani ed allora quei numeri si moltiplicano ... raccapricciante, al limite dell'oscenità!  Mi ha fatto sentire un'inezia umana.
Eppure,  quanto è importante la mia vita???  Allora, anche la vita di quei numeri-esseri umani è importante... allora ?? mi fermo nelle considerazioni, se vado avanti il ragionamento non mi piace!
Mi ritiro nel mio "piccolo" e mi consolo di essere un'isola privilegiata... nonostante la nostra realtà limitata dai nostri politici e  la crisi del nostro governo! 
Raccapricciante, non credete ?


giovedì 31 ottobre 2013

Considerazioni di fine Ottobre!

Il mese è passato. La svolta c’è stata. Il mio mondo sta cambiando: tutto evolve, deve evolvere e niente rimane immobile. 

Bisogna andare avanti. Sempre alla ricerca di un nuovo equilibrio, c’è sempre un motivo trainante a cui dobbiamo prestare maggior attenzione, mentre gli altri problemi ruotano in secondo piano. Spesso ci si sente travolti ed è esasperante il fatto che appena raggiunto un nuovo equilibrio ci sia qualche nuovo evento che scompagina tutto ed annaspiamo di nuovo nell’insicurezza, nell’ansia, con fatica verso un nuovo obiettivo.

L’età ci permette di prendercela comoda, abbandonare la routine destabilizzante. Con l’età arriva una certa saggezza, ma non per tutti. Che sia difficile vivere? Si, lo sappiamo! 

Un fondamentale è sapere cosa vogliamo dalla nostra vita. Saper calibrare le nostre forze, saper osare per cambiare, saper lasciare ciò che ci zavorra, per creare una nuova leggerezza e permetterci di volare verso un nuovo futuro, per sapere accendere la nostra luce per vedere anche nel periodo più buio una speranza, una conquista, una gioia! 

Quello che ci manca spesso è la fiducia in noi stessi, la fede nella possibilità di raggiungere obiettivi insperati. 

Domani inizia un nuovo mese: altri trenta giorni da giocare. Son tutti nuovi, tavolozze bianche sulle quali decidere cosa dipingere della nostra vita, di ciò che vogliamo e smetterla di concederci quel poco per sopravvivere, ma guardare alle nostre grandi possibilità ed ai nuovi giorni con uno spirito nuovo, di conquista, sia nelle grandi che nelle piccole cose! 

Buon Novembre!!

 

venerdì 25 ottobre 2013

Il cappuccino più grande del mondo!




Notizia Ansa : MILANO - Una tazza da 4.250 litri di capienza, con 800 litri di caffè e 3.500 di latte. E' il cappuccino più grande del mondo, realizzato oggi a Host 2013, la fiera dell'ospitalità professionale, con un'area dedicata al caffè e alla degustazione. I 33 baristi provenienti da tutta Italia hanno iniziato alle 3 di questa notte a riempire la tazza da record, che hanno chiamato 'Antonella'. Il primato è stato raggiunto alle 13 di questo pomeriggio ed è stato certificato da un giudice del Guinness World Records di Londra. "Oggi abbiamo battuto i 2350 litri del record raggiunto lo scorso febbraio a Rimini" ha detto Luca Ramoni, coordinatore dell'Accademia professionale di caffetteria di Milano, che ha lavorato al nuovo record insieme ad Altoga (Associazione Lombarda Torrefattori e Importatori di Caffè). Il cappuccino da record rispetta le proporzioni di caffè, latte e schiuma di qualsiasi altro cappuccino da bar, questo però "è stato realizzato con latte al 100% lombardo" ha sottolineato l'assessore al Commercio, turismo e terziario di Regione Lombardia Alberto Cavalli.

giovedì 24 ottobre 2013

Coffee roots _ le radici del caffé : video National Geografic

sabato 19 ottobre 2013

La parola magica : RECLAMO !




Tutti sarete stati vittime di disguidi e di ritardi nella riparazione delle vostre utenze ed oggi giorno dobbiamo far fronte a call centers dislocati in tutta l’Italia a cui dobbiamo ogni volta ripetere la nostra storia e rifare le nostre rimostranze.
Sappiate che c’è una specifica strategia per ottenere in modo rapido la soluzione ai nostri reclami. Se non la seguite, rimarrete in balia del pressapochismo riservato a chi parla parla, ma non sa proteggere i suoi diritti.
Tenete presente che
  • TEMPO TECNICO : ogni fornitore d’utenza per contratto ha un preciso numero massimo di giorni per riparare un guasto sul servizio fornito, nel caso della telefonia ad esempio dovrebbe essere intorno alle 72 ore = 3 giorni, dopo di che il fornitore è in clamoroso difetto e può essere “denunciato” per non aver ottemperato ai termini giuridici di contratto all’Autorità delle Garanzie per le Comunicazioni,
  • RECLAMO : è la parola magica che mette tutti IMMEDIATAMENTE sull’attenti! Le aziende che li collezionano sono denunciabili alle Autorità e vengono poste nella lista nera degli inaffidabili!
  • SOLLECITI : quando il guasto non viene risolto entro il termine stabilito, bisogna  provvedere GIORNALMENTE, meglio se 2 volte al giorno, al sollecito. Per rendere il sollecito più veloce ed efficace:
  • A)PRENDETE NOTA del numero di pratica che aprite con il primo addetto : EVITERETE di dover ripetere la vostra storia ogni volta che contattate il servizio clienti/guasti.  A monitor verrà visualizzata la cronistoria del vostro reclamo
  • B)CHIEDETE immediatamente il NUMERO FAX  a cui indirizzare eventuali reclami scritti : come il vecchio detto CARTA CANTA VILLAN DORME afferma, avrete una prova dell’inefficienza del servizio che vi rendono!!!
  • Come ultima risorsa, se non    risolvono  presto il guasto, MINACCIATE  di rivolgervi ad altro gestore più efficiente!!
Dopo TRE ORE dal mio fax con queste premesse  è arrivato l’addetto sulla porta di casa mia ed ha risolto in mezzora  dopo CINQUE giorni di solleciti!!!
Meditate gente, meditate e RE-AGITE SEMPRE!  MA MI RACCOMANDO, siate GENTILISSIMI con gli operatori che vi rispondo !!!! Entrate in empatia  vi ascolteranno più volentieri  e non avranno la fregola di congedarsi da voi per la badilata di improperi che sentirete di scaricare su di loro e che purtroppo non si meritano…
Ringhiate –educatamente, dimostrando rammarico-  solo sulla carta ;)
Ad majora!

martedì 15 ottobre 2013

Pensione sperimentale donna

Di tutte le classifiche che si possano ottenere quella di essere una pensionata sperimentale è una prerogativa tutta Italiana.

Mi sono però resa conto di quanto poco si conosca la possibilità di andare in pensione grazie all’articolo 1, comma 9, della Legge n. 243/2004 (la c.d. Riforma Maroni) che permette, a determinate condizioni, il ritiro dal lavoro a 57 anni d’età per quelle donne che optano per il sistema di calcolo totalmente contributivo, con un minimo di 35 anni di contributi pagati (almeno 18 dal 1995). Dopo la finestra di un anno si percepisce una pensione con in pratica il 25% circa in MENO di quanto si percepirebbe se i requisiti standard fossero raggiunti. La decurtazione è pesante, ma, ovviamente, se te li danno prima, non te li possono dare dopo!!!

Personalmente sono stata costretta a scegliere questa opzione, perché, come chi mi segue da tempo lo saprà, essendo stata licenziata (per chiusura attività) dalla ditta in cui lavoravo da quando avevo 19 anni, nel 2011 mi son trovata a dovermi confrontare con 
* un mondo del lavoro, che mi considerava troppo vecchia e TROPPO QUALIFICATA!
* lo Stato, che mi considerava troppo giovane per aver diritto a percepire la pensione in toto.
Ho cercato vari lavori, ho dato anche disponibilità per  part time: purtroppo la realtà penso la conoscano tutti. 

Andando ad un patronato, mi fu spiegata la possibilità che la Riforma Maroni da alle donne. 

Ho riscontrato che per tante donne il problema -purtroppo- è che si sono licenziate per collaborare con il marito o sono rimaste a casa dopo la gravidanza e si trovano con pochi contributi, pur avendo l'età.C'è la possibilità di pagare i contributi volontari per maturare i 35 anni minimi di contribuzione, MA lo si può fare entro e non oltre il 31/12/2014, in quanto si necessita della famosa "finestra" di un anno intero.  Infatti la sperimentazione scade il 31/12/2015. 

Alla  scadenza del termine  il Governo verificherà i risultati della predetta sperimentazione, al fine di una sua eventuale prosecuzione. Ciò significa che non si può scartare a priori una potenziale proroga del regime che vi ho illustrato, nonostante l’INPS abbia più volte ritenuto perentorio il 2015. La questione rimane pertanto aperta?

giovedì 10 ottobre 2013

W VERDI!




mercoledì 9 ottobre 2013

Il Circo della Farfalla : ma se tu soltanto potessi vedere… la bellezza che può venire dalle ceneri…

Questa mattina ho guardato i blog che seguo ed ho trovato da Vita magica di una famiglia Alpina uno splendido video con un messaggio potente, commovente e importante. Segue il discorso del mio post di tempo fa : non conta quel che ti succede, ma come lo affronti. Il video lo tratta con garbo e con dolce poesia. Prendetevi il tempo di gustarlo con calma.


Gianni Morandi





Ieri sera guardando la TV facevo zapping e sono arrivata al momento in cui il Gianni Nazionale, nominato da Fiorello l'OGM - Oh Gianni Morandi, l'Italiano geneticamente modificato, cantava questa canzone. Mi son fermata! Ho pensato "cavoli, la bella musica è sempre un toccasana"! Poi ho iniziato a percepire le prime défaillances... l'estensione di voce che manca nei punti in cui la ricordavo... eh, peccato non si possa passar la "tinta" anche sulle corde vocali, oltre che sui capelli. E' una nota spiacevole in tutte le rappresentazioni di artisti anziani: comprendo che devono mangiare, ma sebbene la tecnica sia migliore, l'età tradisce il ricordo che abbiamo avuto nella loro stagione migliore. Rimane la sensazione che "manchi qualcosa". 

Quanti ricordi sono riaffiorati. Anno 1968 Canzonissima. Avevo 13 anni. Eravamo davanti alla TV la sera di sabato, potevamo stare alzati fino a tardi. Mamma faceva la maglia, Dario mio fratello ascoltava sfogliando Le Scienze, Papà faceva le parole crociate, io guardavo i personaggi con gli occhi di un'adolescente acerba. 

A quell'epoca i nostri idoli erano Gianni Morandi, Little Tony, Bobby Solo, Michele. Solo negli anni '70 compariranno Venditti, Cocciante &  Co. Ma in quell'anno, alla vigilia di quegli che sono stati gli anni più combattuti e rivoluzionari del millennio, per noi era lui che ci prendeva il cuore!  
 

martedì 8 ottobre 2013

Amiche...


Costellazioni familiari



Settembre è stato un mese molto proficuo, ho fatto tante cose, incontrato nuove persone ed ho fatto un’esperienza che consiglio a tutti: ho partecipato ad un seminario di Costellazioni familiari.

Eravamo una dozzina di persone, alcune “protagonisti”, altri “figuranti”.
A turno i protagonisti si siedono vicino all’operatrice (psicologa) esponendo i fatti salienti della storia della propria vita e della famiglia senza commenti, solo i fatti nudi e crudi.  Alla fine espongono il problema che vogliono comprendere e risolvere. La psicologa a questo punto chiede  al protagonista di scegliere chi interpreterà  i personaggi della sua famiglia ad una  data  ben precisa. Al che il protagonista chiede ad un partecipante di ricoprire il ruolo di… (padre, madre, sorella, fratello ecc.) ed  pone  i figuranti su una linea retta in fondo alla sala.
Questi restano con gli occhi chiusi e vengono guidati dal protagonista verso un punto della stanza, fino a che tutti sono “piazzati”  sulla scena, secondo un criterio d’istinto che il protagonista da loro. Dopo qualche minuto ai figuranti è chiesto di aprire gli occhi e di guardarsi attorno. Uno dopo l’altro vengono interpellati su cosa sentono e cosa percepiscono: odio, amore, ribrezzo, calore, freddo, pesantezza, paura, gioia, forza, ecc..
A questo punto l’operatrice chiede a loro di spostarsi nella sala secondo il loro istinto del momento. Si ripete l’inchiesta “cosa senti” a tutti quanti.
Dopo di che si cerca d’individuare  il blocco d’energia della famiglia, che ha creato il problema.  Con una lunga procedura l'operatore porta la costellazione fino al punto della riconciliazione, momento in cui fa entrare il protagonista ed alla fine i figuranti vengono "liberati" dal ruolo del parente del protagonista, sia da questi che dall'operatore. 

Questo è lo svolgimento,  semplificato al massimo, di una rappresentazione che a volte è lacerante, sofferta, destabilizzante. A volte il dolore e la rabbia (ora l'ho capito Soffio) sono talmente radicati che il protagonista non riesce ad accettare la riconciliazione.

Sembra strano e se non avessi messo in scena la mia famiglia stenterei a crederci, da donna concreta, come i figuranti percepiscano non solo sensazioni, ma sentimenti che corrispondono in pieno alla realtà. Perché questa rappresentazione serve? Per farci comprendere meglio e mettere a fuoco il comportamento dei nostri cari, che non abbiamo potuto o saputo o voluto interpretare correttamente. Risanare vecchie ferite, dando voce “a chi non c’è più”. Accettare = prender atto dell’ineluttabilità degli accadimenti e delle conseguenze che possono avere ripercussioni su di noi e su di una famiglia per generazioni e generazioni.

Mi ha impressionato come la donna che impersonava mia nonna ad un certo punto ha iniziato a lamentarsi che le faceva male la gamba destra tanto da passarsi di continuo la mano per alleviare il dolore e da percepire la sensazione di cadere. Mia nonna negli anni ’90 cadde e si ruppe il femore. Per l’osteoporosi avanzata l’osso non si saldò dopo due mesi di gesso e gli ortopedici le applicarono una gabbia di acciaio esterna circolare che entrava fino all’osso e lo teneva saldo. Stette per tre mesi a letto… e la gamba si decurtò di qualche centimetro.

La rappresentazione che mi ha colpito di più è stata la messa in scena la nascita di una giovane donna, per “staccarsi” dalla madre troppo ingerente.  La violenza, l’emozione e la tragicità della rappresentazione è stata un’esperienza incredibile.

Ovviamente anch’io ho partecipato quale figurante in quasi tutte le rappresentazioni. Alla fine si crea un legame spirituale tangibile e reale, ognuno pieno di rispetto per la realtà dell'altro, la sua sofferenza e quella dei suoi cari.

Cosa mi ha lasciato questa esperienza? In primis mi ha permesso di comprendere dove nasceva la sensazione di “perdita” nella mia famiglia. In secondo luogo ho potuto riabbracciare   mio fratello morto suicida, che non ho potuto salutare in vita per l’ultima volta e della cui morte non mi sapevo dare pace. Ho fatto pace con me stessa e con le mie recriminazioni.  Ed ho conosciuto un metodo d'introspezione e di risanamento di una potenza incredibile.

E' un esperienza che consiglio a tutti, per l'implicazione profonda che ha e per il benessere che porta. Se volete saperne di più  http://www.lecostellazionifamiliari.net/
 


sabato 5 ottobre 2013

Intervallo!







Intanto... buon week-end a tutti!

martedì 1 ottobre 2013

Buon ottobre a tutti!!! ♥