martedì 14 agosto 2012

14 - 15 agosto 1947-2012 65° ann. indipendenza India



“If we could change ourselves, the tendencies in the world would also change. As a man changes his own nature, so does the attitude of the world change towards him. …
We need not wait to see what others do.”







Se potessimo cambiare noi stessi, le tendenze nel mondo cambierebbero di conseguenza. Come l'uomo cambia la propria natura, così cambia l'attitudine del mondo nei suoi confronti.
Non abbiamo bisogno di aspettare per vedere cosa fanno gli altri.




Mahatma Gandhi

Perché proprio questa canzone ? Il ritmo mi piace, l'alternanza degli artisti è un melodico fluire, che mi mette allegria.

Ho iniziato a conoscere l'India negli anni sessanta, quando mia madre sarta, confezionava i capi ascoltando la vecchia enorme radio Telefunken ed una sera in cui giocavo vicino a lei, davano una commedia che narrava la vita di Gandhi. Le parole il racconto drammatico ed il dolore per la morte del Mahatma mi colpirono molto e chiesi a mamma ulteriori spiegazioni, andando poi sull'enciclopedia IL MILIONE a vedere e leggere altre curiosità di quel lontano Paese.

Poi ci fu il film appassionante Il Giro del Mondo in 80 giorni con uno splendido David Niven ed una giovanissima Shirley MacLane a riavvicinarmi a quei posti fiabeschi ed in seguito la moderna serie di Sandokan, ispirata da Salgari con la descrizione delle giungle Indiane, dei palazzi fastosi dei marajah.


Tutto fu sopito nell'adolescenza con gli anni di piombo, ma con la mia assunzione nel  1974 riscoprii di nuovo l'India. Dapprima attraverso i telegrammi cifrati che le nostre corrispondenti inviavano con offerte o risposte ai nostri ordini. La corrispondenza per via aerea era all'ordine del giorno, sulle buste bellissimi francobolli facevano mostra di Gandhi, Indira, paesaggi e prodotti Indiani. Aprirle era un dramma, perché la colla era talmente sigillante, che spesso la busta era appiccicata alla leggera carta da lettera o si rischiava di tagliare non solo il bordo, ma anche una parte della lettera. Poi i telegrammi diradarono iniziò l'era del telex e  nel giro di un anno tutti gli Indiani comunicavano con noi direttamente: era una specie di Skype ante-litteram, dove si colloquiava scrivendo a macchina (invece che a voce) ed essendo in contemporanea si poteva  portare avanti una trattativa durante una trasmissione che poteva durare quanto si voleva, un paio di minuti come anche molto di più. Ovviamente le distanze dettavano il costo della trasmissione. Dall'avvento del telex, la corrispondenza cartacea fu limitata ai puri contratti originali ed alle copie dei documenti d'imbarco. Le distanze ed i tempi si erano accorciati, mentre al telefono ci vollero 5  anni prima che la teleselezione Italiana fosse automatizzata e non si dovesse passare per il centralino delle chiamate intercontinentali (il 15) al quale eravamo costretti comunque a fare numerosi solleciti prima di  ricevere la linea!

Sfogliando i codici per tradurre i telegrammi cifrati, usati per scongiurare la concorrenza e lo spionaggio commerciale, la mia giovane mente fervida correva ad immaginare dando ai loro volti una dimensione fisica, ma tutto era ancora lontano.

Nel 1976 due nostre grosse mandanti bloccarono la loro collaborazione : era morto il patriarca e i due fratelli avevano avuto un diverbio a colpi di pistola per l'eredità! Uno era finito in prigione per aver sparato al fratello maggiore: ovviamente non lo aveva colpito, il gesto era stato una mera simbolica presa di posizione. Ci fu una causa, il magistrato bloccò i conti di tutte e due le ditte, che per anni rimasero congelati. Ma in pochi mesi i fratelli fondarono due nuove società e ripresero gli affari. I due fratelli vennero separatamente in Italia e continuarono a venire una volta all'anno ed ebbi modo di conoscerli direttamente. Diversissimi uno alto magro capelli bianchi, l'altro leggermente più basso, tarchiato con i capelli neri placcati dal gel. Nulla faceva trasparire la violenza tra i due nei loro modi da gentlemen anglo-indiani  

Tra i due litiganti il terzo gode ed in quel tempo emerse un nuovo partner commerciale. La ditta era sorta nel 1865, copriva tantissimi articoli commerciali: carne di bufalo, piselli, ceci, frutti di mare e pesci congelati, spezie, frutta e verdura secca e conservata, pellame, grasso animale e recentemente hanno introdotto i prodotti congelati ed aperto anche una linea di alimenti per animali e confezioni di cibo precotto in buste per la vendita al dettaglio. Aveva due enormi edifici a Mumbai (Bombay), ma il loro reparto caffé era ancora poco affermato in quanto decentrati rispetto alle zone di produzione. Dato che il mercato del caffé   alla fine degli anni '70 aveva preso a salire, crearono una filiale a Bangalore  ed inviarono  negli anni '80 il loro manager per farsi conoscere dai clienti. Mr. N. era di pelle scura, alto sul metro e settanta, magro (allora) , sorridente. Ero andata a bere un caffé alla Portizza e lo trovai davanti al portone dell'ufficio con due valigie enormi e l'ombrello in mano, che poi appese per comodità sulla schiena inserendo il manico nel colletto. Lo vidi smarrito e gli chiesi se venisse a trovare noi: una fila di denti bianchissimi gli illuminò il volto ed entusiasta per averci finalmente trovato mi seguì pimpante nel grande ingresso, all'ascensore fino al nostro ufficio.

Quello fu uno dei tantissimi viaggi che il signor N. fece, perché lo ripetè ogni anno, come costume tra tutte le società Indiane che intrattengano rapporti commerciali con importanti clienti all'estero. Questo serve loro per raccogliere eventuali spunti per migliorare non solo il raccolto, ma anche il servizio al cliente. L'Indian Coffee Board, che regola tutt'ora i termini e le regole per l'esportazione del caffé Indiano e controlla  tutti i produttori, gli esportatori, fungendo da organo di riferimento anche per gli importatori nel dirimere le contestazioni ed i reclami commerciali,  fu il primo organismo governativo di un Paese Produttore che si convinse dell'importanza del controllo qualità e del suo miglioramento. Istituì già negli anni '80 un ufficio ad hoc per la supervisione e la degustazione della produzione, nonché dei campioni respinti dai clienti per valutare come poter migliorare la qualità. A capo una donna, elegante, i tratti molto fini, magra le mani affilate, il sorriso dolce e sereno. Negli anni si affrancò dal CBI ed ora gestisce un proprio laboratorio che le grandi case torrefattrici usano per avere la certezza di ricevere un prodotto di qualità. Ha combattutto e vinto il cancro, ha due figlie e ringrazia sempre la madre che le ha potuto permettere di portare avanti il suo lavoro.
Ma il racconto più suggestivo e pittoresco dell'India moderna, me lo diede il capo ufficio acquisti di un nostro cliente torrefattore, che andò dal 1995 fino al duemila nell'ufficio del sig. N. per concordare e seguire un contratto a lungo termine di fornitura. Mi raccontò che l'ufficio di N., pur  appartenendo ad una delle più grandi ditte esportatrici dell'India  in realtà a Bangalore consisteva in una stanza/magazzino a pian terreno pieno d'impiegati e che data la confusione e l'affollamento lui aveva spiegato alla figlia di N., che fungeva da segretaria al padre, in cosa consisteva la cernita dei chicchi difettosi da parte della sua ditta, usando come "tavolo" il marciapiede con un cartone sopra: ne rimasi stupita, ma non tanto quando lessi "La città della Gioia". Non crediate che i volumi di vendita all'epoca fossero limitati! La succursale di Mr. N. era diventata la prima esportatrice Indiana dopo circa un decennio imbarcava da sola a stagione 600.000 dei 5 milioni di sacchi prodotti in India. Il meccanismo è di raccolta del caffé nella loro stazione di lavorazione del prodotto affluito da vari produttori. Dopo la selezione, vengono riempiti i sacchi e portati in camion fino al terminal container di Cochin oppure -in stagione di monsoni- di Madras. Qui vengono caricati in containers che su piccole navi feeder arrivano a Ceylon dove vengono trasbordate sui grandi piroscafi di linea. 

Ma se da una parte alcune strutture Indiane erano discutibili, le telecomunicazioni lavoravano meglio delle nostre ed anzi ho visto sempre i manager Indiani con apparecchi migliori dei nostri :  il primo Galaxy Samsung l'ho visto in mano ad un Indiano (figlio di quello che aveva sparato, di cui sopra :), quando da noi appena se ne ipotizzava la futura vendita. 

Tutte le ditte Indiane quando sposavano i figli, ci inviavano le partecipazioni di nozze. Uno tra i più prestigiosi inviò  il biglietto  per DHL con una  scatola (35x10x35cm ca.) di legno di sandalo ed altre essenze di colori diversi, piena di dolcetti tipici Indiani. Fummo deliziati dal contenuto, che per soddisfare la nostra curiosità il mio vecchio titolare e mentore, divise con tutte con noi impiegate (negli anni '90 eravamo 4). Dolcetti al cocco, all'anacardo, ai pistacchi, alle mandorle, legati con fili finissimi e regolari di zucchero caramellato, pasta di mandorle ed altro erano deliziosi e portavano un sapore nuovo nella nostra esperienza.


Ma questa è storia "moderna" : quando io iniziai a lavorare nel 1974 l'esportazione del caffé Indiano in Italia era un segmento minimo.
La maggior parte della produzione Indiana, in quegli anni, andava al loro più grande compratore l'URSS, che resta tutt'ora un partner importante, tanto che nelle pagine web dell'Indian Coffee Board ne troverete una dedicata solamente alle regole con le limitazioni e le specifiche di qualità ammesse per l'esportazione in Russia!
Negli anni sessanta, settanta ed inizi ottanta erano in voga gli affari "barter", dove i produttori effettuavano un mero scambio commerciale : caffé in cambio di macchinari industriali od altri semi-lavorati di cui erano all'epoca sprovvisti. Ci vollero decenni dopo l'indipendenza per l'India sebbene nelle liste dei paesi Non-Allineati, per affrancarsi dal colosso sovietico a loro vicino.

Ma una delle maggiori peculiarità del mercato Indiano resta il caffé Monsonato. Il caffé come ben sapete è un alimento igroscopico : ha la capacità di assorbire l'umidità in modo istantaneo. Famose erano le frodi sul peso di partenza : alcuni filibustieri facevano versare secchi d'acqua  sul pavimento dove stazionava il camion carico di caffé prima della partenza la sera prima. La pesata al mattino era maggiore per l'esposizione all'umidità. Quando il camion arrivava bastavano un paio di giorni perché l'umidità svaporasse ed il compratore si trovava con un calo peso eccedente quello naturale. Ne beneficiavano i venditori che si facevano pagare sul peso di partenza.

Ma per l'India questa particolarità organolettica del caffé fu l'incentivo a ricreare con cognizione di causa una situazione naturale. Con il blocco del Canale di  Suez nel 1956 le navi mercantili dovettero circumnavigare l'Africa. All'epoca i sacchi di mercanzie venivano imbarcati alla rinfusa nelle stive delle navi ed erano alla mercè del tempo atmosferico: le temperature tra i Tropici e l'Equatore facevano si che assorbendo l'umidità i chicchi si ingrossavano e scolorivano, acquistando un sapore particolare. Fatto sta che alla riapertura del Canale di Suez il viaggio più corto non favoriva  più tale cambiamento nel caffé, ma la richiesta rimase e venne sollecitata da parte di parecchi torrefattori affezionati al gusto che la bevanda prendeva: più morbido e cioccolatoso.
Gli Indiani si accorsero, che lo stesso fenomeno incorreva nel caffé che restava sulla costa al tempo dei monsoni: pensarono allora far stazionare appositamente alcuni quantitativi di caffé sulla costa facendo acquisire ai chicchi la caratteristica gonfiatura e sbiadimento che precedentemente si otteneva durante il lungo viaggio in mare. Nacque così il caffé Monsonato. 

Però la gran parte del raccolto, non ancora venduto,  veniva trasferito dalla costa (Mangalore) alle alture (Bangalore) per evitare la degenerazione del caffé. Ed è a Bangalore che gli esportatori si stabilirono a partire dagli anni '80 per evitare i monsoni, in quanto aumentando la produzione e l'esportazione verso altri paesi consumatori, non essendo più tanto legati alla fornitura all'URSS, dovettero diluire le vendite nel corso di più mesi. Si era infatti affermato uno dei più grossi Paesi Produttori: il Vietnam, che dopo la pace di Parigi ebbe uno sviluppo commerciale talmente ingente da diventare in meno di un decennio uno dei più grandi produttori di caffé e per la competitività dei prezzi e la necessità di sviluppo industriale per acquisire semi-lavorati ebbe accesso anche al mercato sovietico.

Attualmente il Vietnam è il secondo Produttore mondiale con 1.279.500 tonn./anno, a fronte della produzione del  Brasile, che è il primo,  con 1.785.175 tonn./anno, mentre l'India ne ha solo 340.660 tonn.

Ma come nasce la coltivazione del caffé in India? Narra la leggenda che il monaco Bababudan volle far partecipi i suoi connazionali del beneficio della bevanda durante la meditazione e portò con se dallo Yemen 7 chicchi di caffé che furono piantati in 7 zone dell'India che divennero altrettanti distretti di caffé.

In realtà le sette zone hanno peculiarità ben precise, date dalle differenti condizioni di terreno e di coltivazioni vicine a quelle del caffé e date dallo sviluppo in tazza delle diverse varietà (la Kent, la migliore, che si coltiva anche in Kenya ed in Jamaica, la S.795, una derivazione dalla varietà Kent, prediletta per il particolare aroma dai produttori di caffé arabica, la Sln.9 -selection 9- una varietà nata dall'arbusto Tafarikela dell'Etiopia (di cui mantiene la caratteristica dominante nell'aroma di tazza) con l'ibrido di Timor (arbusto molto resistente alle malattie ed alle avversità atmosferiche), ed il Cauvery o Catimor, ibrido tra il Caturra bourbon e l'ibrido di Timor, che in questo innesto ha la meglio, dando una tazza leggermente inferiore rispetto agli altri, ma con il pregio di aver reso la varietà molto resistente alle malattie).

Per 400 anni la coltivazione del caffé è stata un continuo evolversi ed espandersi.  Mentre in alcuni paesi per mancanza di mezzi (Ethiopia, Indonesia ecc) le coltivazioni sono rimaste parte integrante della foresta pluviale, in altri Paesi più progrediti s è preso a coltivare i campi completamente spogli solo a caffé. Nel corso degli anni gli agronomi si sono resi conto che la foresta pluviale forniva un microcosmo ecologico che proteggeva gli arbusti di caffé. Inoltre in alcuni Paesi come il Salvador dove le piantagioni sono state ripiantate sulle falde degli altissimi vulcani, hanno avuto la necessità di essere protette dai venti che soffiano e per questo i coltivatori hanno accerchiato le coltivazioni di caffé con altissimi alberi di leguminose.
Ha preso piede così la famosa "coltivazione all'ombra". Gli Indiani presero immediatamente atto della convenienza di preservare il terreno dall'erosione e ridurre l'impatto biologico di una deforestazione del territorio, ma volendo mantenere le piantagioni di caffé  non solo hanno intensificato le coltivazioni all'ombra dei grandissimi alberi nella giugla esistente, ma l'hanno creata dove era stata estirpata. Il Caffé è quasi totalmente affiancato ad altre coltivazioni, diverse di regione in regione, e nel rispetto dell'equilibrio naturale  diminuendo l'uso dei pesticidi. Inoltre favorendo la fertilizzazione naturale, sono riusciti ad eliminare quella chimica.  Eccone una foto dal web.

Nelle varie regioni a seconda dei raccolti affiancati il gusto del caffé prende varie caratteristiche organolettiche che identificano il distretto di produzione proprio per l'aroma speziato o fruttato.

Il fogliame che vedete arrampicarsi sui tronchi degli alberi, altro non è che la pianta del pepe.
Nei primi anni del 2000 il Coffee Board ha emesso un video, e guardandolo ho scoperto che le coltivazioni di caffé Indiano fanno rivivere l'India di Kipling, specie durante il raccolto con file di donne nei loro coloratissimi sari al lento ma costante ritmo scandito dal loro canto melodioso. E guardando questo quadro sembra che il tempo si sia fermato ed è una gioia perdersi lasciandosi cullare dal loro canto che cadenza i gesti ed i passi, ripetuti da centinaia di anni, stagione dopo stagione, anno dopo anno, come un rito antico e pieno di poesia.

Qui invece vi presento un breve e recente filmato del Coffee Board of India, che ho trovato in youtube, dove un Italiano, Mario, viaggia di regione in regione alla scoperta delle varie qualità di caffé, potete leggere brevi cenni sul territorio e seguire le spiegazioni (per chi conosce l'inglese) del Coffee Swami (spirito del caffé) rappresentato da un chicco di caffé tostato vestito del copricapo e del costume caratteristico della zona in cui fa da guida al giovane. Il video è talmente elementare da risultare puerile e fa sorridere, ma vi farà scoprire qualcosa di più su quel  meraviglioso alimento, che tutti chiamano "caffé" ma di cui solo noi Italiani abbiamo saputo estrarre il meglio con vero piacere!

Scusate la lunga digressione ed il saltar di palo in frasca, ma l'argomento dopo 36 anni mi emoziona ancora ed essendo stato parte integrante della mia crescita e della mia vita, ogni volta mi fa perdere di vista ogni misura... chiedo venia!

Buon caffé!


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lunedì 13 agosto 2012

Citazione

"Contrariamente a quello che molti immaginano, la spiritualità non si limita ai cosiddetti esercizi spirituali, come la meditazione o la preghiera... In realtà, qualsiasi attività della vita quotidiana può essere spiritualizzata se vi si sa introdurre un elemento divino. Ed è purtroppo anche vero che la preghiera, la meditazione o qualsiasi altra attività cosiddetta “spirituale” può diventare estremamente prosaica se non è animata e sostenuta da un'idea sublime, da un ideale superiore. La spiritualità non consiste nel trascurare o disprezzare il mondo materiale, ma nello sforzarsi di agire sempre con la luce e per la luce. La spiritualità consiste nel saper utilizzare qualunque attività, anche la più comune, la più prosaica, per elevarsi, armonizzarsi e collegarsi a Dio."

Omraam Mikhaël Aïvanhov

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Ecco è già incominciato il declino.

Oggi dopo una settimana mi son alzata presto e son diventata immediatamente triste, constatando che sono le 5.30 e fuori APPENA ALBEGGIA!  Già la sera con le tenebre mi porta a considerare troppo presto la giornata conclusa, perché ho bisogno di luce per essere attiva ed alzarmi la mattina e vedere ancora le stelle ed il buio, mi paralizza e mette addosso tanta malinconia.

Caspita! Stiamo appena toccando la prima metà di agosto, ci sono due mesi abbondanti prima del cambio dell'ora legale, eppure già mi sento di andare verso la "brutta" stagione, nonostante fino ad ottobre qui il tempo sia clemente e possiamo godere di un buon clima anche dopo la Barcolana!

Come temperature, più di Aprile, sono  Settembre ed Ottobre i miei mesi preferiti. In Settembre si possono fare i bagni migliori: le temperature dell'aria e dell'acqua di mare sono ottimali, non troppo calde, ne troppo fredde. In Ottobre si fanno le migliori gite! Il sole ti scalda, ma non sudi più, il Carso è incendiato dal rosso fuoco del sommaco, che si mescola a tutte le sfumature che variano dal giallo oro fino al marron con punte di viola; è tempo di vendemmia, evento che nonostante il tedio del lavoro, mi ha sempre messo allegria. Eppure il fatto di arrivare all'Equinozio d'Autunno ed a giornate più corte a favore delle notti, mi mette tristezza.

Sono attiva di giorno ed ho bisogno d'iniziarlo con la luce e meglio ancora il Sole, per far sparire i fantasmi della notte ed incominciare a riprender contatto con la Natura, guardando gli alberi, il cielo dove le rondini altissime incrociano i loro voli, sentire il cinguettio chiassoso degli uccellini che fanno il briefing sull'alloro nel cortile vicino e sembrano una comunità caotica, ma festosa, mi mettono addosso un'allegria fantastica.  Inizio così,  con  un momento di speranza, un momento per fare chiarezza nella mia mente, nel mio spirito, per scacciare ubbie e malinconie della notte e dare il benvenuto  ad una nuova giornata. Mi è più facile fare il punto della giornata, coordinare le idee e le commissioni che dovrò svolgere, ricordare, annotare, pianificare, sentendomi di nuovo attiva e riaccendendo la Speranza e la Forza per combattere.  Il buio non alimenta, ma smorza il mio entusiasmo e ci metto un po' prima di reagire. D'Inverno col buio mi alzo è penso stia iniziando,  come diceva Charlie Brown, un'altra giornata lungo la quale ...strisciare :D

In Primavera i merli avrebbero dato la sveglia già da due ore, ma ora, sono le sei, sono le tortore ed i piccioni che iniziano tubando e svolazzando. Qualche gabbiano fa la ronda, alto in cielo. Fra mezzora gli uccellini più piccoli inizieranno i loro ciarlieri cinguettii.

Ah, tra parentesi ho scoperto stanotte un nuovo inquilino, che pensavo di aver sfrattato ieri mattina : un bel grillo verde, che percorreva la parete del soggiorno accompagnato dai miagolii di frustrazione di Mucia, che lo stava guatando per pigliarlo ! Tze Mucia...che ridicola! Sei troppo cicciona per saltare fin lassù. 

Ecco finalmente il cielo è diventato luminoso : ho bisogno di un altro caffé! Un sorriso e buona giornata a tutti!








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domenica 12 agosto 2012

Voglia di Beatles !






In questi giorni ho delle canzoni nella testa, o meglio il ritmo di un LP che non tutti conoscerete (a causa dell'età ;), ma che nel suo genere è un'opera unica, in quanto non solo è la colonna sonora di un film documentario del 1976 sulla II Guerra Mondiale appunto, ma la particolarità è che raccoglie le canzoni dei Beatles cantate da diversi artisti, e che artisti!

Dei Beatles sentiamo le canzoni di maggior successo, che spesso sono le più commerciali, mentre tante sono andate nel dimenticatoio. Ascoltatele,le trovate su youtube : vi consiglio di crearvi la lista ed ascoltare una dopo l'altra. E' un tuffo d'emozioni nel passato!

Il film fu visionato nelle sale cinematografiche solo pochi giorni e poi ritirato. Non è stato pubblicato il video né il DVD, ma lo potete trovare in youtube: http://youtu.be/ddtDTy_UuDA    



Copio la lista da Wikipedia dei titoli della colonna sonora.
Tutti i brani sono di Lennon/Mc Cartney.
4. Leo SayerI Am the Walrus - 3:49
6. Roy WoodLovely Rita - 1:13
8. Rod StewartGet Back - 4:24
9. Leo SayerLet It Be - 3:43
10. David EssexYesterday - 2:44
12. Lynsey De PaulBecause - 3:24
19. Roy WoodPolythene Pam - 1:30
20. The Bee GeesSun King - 2:03
21. Status QuoGetting Better - 2:19
23. Henry GrossHelp! - 3:07
26. Tina TurnerCome Together - 4:08
27. Will Malone & Lou Reizner – You Never Give Me Your Money - 3:04

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sabato 11 agosto 2012

The End - Beatles

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Tramezzini

Ecco! E' sempre la solita storia ! Arriva la festa ed io sto elucubrando come caspio ho fatto i tramezzini l'ultima festa!!

Avevo postato le ricette su splinder, che ora non è più on line e recuperarle è uno strazio! 

Farò punto ed a capo e le fermo qui a memo per il prossimo compleanno!


Ecco le farcie

1) TRAMEZZINI SURIMI

2 confezioni di surimi, frullati grossolanamente con  2-4 cucc. di
olio di mais, aggiungere 2 patate medie lessate, ridotte a purea con lo spremipatate (evitate il frullatore: il calore le rende collose e contamina il loro sapore), rendete morbido l'impasto mescolando con
olio di oliva EVO: siate generosi. Unite 3 cucc. di  aceto balsamico, un piccolo cipollotto tritato finemente, sale, poco pepe, un cucchiaio di maionese per legare e ridurre il tutto a crema.

Ai miei ragazzi piace così, delicato, nessuna aggiunta che ammazzerebbe il gusto del surimi.
Si ! lo so! il surimi è una porcheria, ma come il MacDonalds, in certe occasioni è un must! ;D

2) SALMONE AFFUMICATO

2 etti di Salmone affumicato, 2 etti di philadelphia, erba cibollina o uno scalogno tritato finemente, salsa worchester, pepe. Evitate il sale, perché sia il salmone che il formaggio sono salati. Frullare e se troppo densa la purea, allungare con pochissima panna liquida o latte: quel che avete in casa. 


3) TARTARE DI SALMONE

Tritare finemente a coltello la polpa di salmone fresco liberandolo dalle spine e dalla pelle, condirlo con olio di oliva EVO, aceto balsamico, salsa worchester, sale, una punta di senape (facoltativo - mio figlio ne è allergico), un tuorlo d'uovo, pepe, un cipollotto tritato finemente, mescolare amalgamando bene gli ingredienti.
Lasciar insaporire! Servire su letto di pan carré tostato caldo e riccioli di burro.

Suggerisco di non esagerare con i condimenti e di usare i cipollotti più piccoli, più dolci, di gusto percettibile ma non invadente, per non sovrastare o coprire il sapore dell'ingrediente principale.

4) TRAMEZZINI DI PROSCIUTTO COTTO CON PHILADELFIA
5) TRAMEZZINI DI SALAME UNGHERESE CON CRESENZA

Ai miei figli piacciono semplici, io ci aggiungerei un bel peperone sottaceto o cetrioli agrodolci al cotto/philadelfia e olive taggiasche o trito di olive nere con foglia di lattuga per il salame e la crescenza.






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venerdì 10 agosto 2012

Una nuova visitatrice..


Farfalline notturne, falene, lucciole sono le visitatrici notturne del mio appartamento. Qualcuna resta ancora fino a giorno inoltrato, altre rimangono immobili fino alla sera successiva. Le farfalline fanno una brutta fine se si azzardano a scendere a livello Mucia, che non salta più sui mobili per prenderle, anzi intrattiene con loro un gioco ozioso e rallentato per allungare il divertimento. La mattina trovo ogni tanto qualche esserino che ha avuto la peggio e Mucia che fa lo gnorri.

Dicono che la coccinella porti fortuna: SPERIAMO BENE!!!! ;D 

Mi ricordo da bambina che la facevo correre sulla mano, per vedere le sue zampine arrampicarsi per mantenere la posizione per poi annoiata volare via.

Il suo colore ed il pigmento la rendono speciale.

Il rosso è uno dei colori più vivi ed era tenuto in gran considerazione dai medici Greci, che invitavano i malati a vestirsi di rosso per accellerare la guarigione. Il nome di questo insetto deriva dal greco Kokkinos, "rosso", che è il suo colore, anche se ne esistono di gialle.

Per giunta i punti che spesso sono in numero di sette, ricordano le Pleiadi,   che si trovano presso la costellazione del Toro, tale accostamento è stato fatto perché le potete trovare soprattutto nel mese di Maggio (appunto sotto il segno del Toro) che cacciano gli afidi delle rose. E' stata denominata il "coleottero di Maria", quale prolungamento dell'antica associazione dei popoli Italici che la consideravano di origini divine,  attribuendola alla divinità italica di Licina (equivalente alla Giunone romana), signora delle partorienti, ma anche dell'amore della luce e della bellezza!

Le spose belghe contano quanti più puntini possono per interpretare quanti figli avranno e gli svizzeri credono che -non la cicogna- ma la coccinella porti i bambini. In Asia è credenza che sappiano interpretare tutte le lingue e che siano state personalmente benedette da Dio. In Sicilia la associano a San Nicola e la "palummedda" porta i soldi ai bambini che lasciano i loro dentini nelle fessure. In Romania è credenza che se la coccinella cammina sulla mano di una donna nubile e poi vola via, entro l'anno si sposerà e credono anche che chi esprima un desiderio mentre la coccinella è sulla sua mano avrà fortuna ed essa arriverà proprio dalla direzione verso la quale la bestiola ha preso il volo.  Pare che il santo protettore delle coccinelle sia San Michele Arcangelo, la cui festa (il 29 settembre) coincide con l'inizio dell'autunno, periodo durante il quale diversi insetti iniziano a cercare un posto in cui poter svernare. A tal proposito, un vecchio detto piemontese recita: "La galin-a 'd San Michel slarga le ale e vola an cel" (La gallina di San Michele - la coccinella - allarga le ali e vola in cielo).

Speriamo che a me porti un lavoro ...




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giovedì 9 agosto 2012

San Lorenzo

Domani notte è la notte di San Lorenzo. In realtà non avevo memoria di questo personaggio ed ho cercato nel martirologio la sua storia :  muore a 33 anni il 10 agosto.  Diacono e martire desideroso, come riferisce san Leone Magno, di condividere la sorte di papa Sisto anche nel martirio, avuto l’ordine di consegnare i tesori della Chiesa, mostrò al tiranno, prendendosene gioco, i poveri, che aveva nutrito e sfamato con dei beni elemosinati. Tre giorni dopo vinse le fiamme per la fede in Cristo e in onore del suo trionfo migrarono in cielo anche gli strumenti del martirio. Il suo corpo fu deposto a Roma nel cimitero del Verano.
E' patrono dei  Diaconi, Cuochi, Pompieri.



Non so quanto di questo sia vero o appartenga alla leggenda lo stesso sito "santi e beati" afferma che sotto Valeriano non si torturava, ma si decapitavano i cristiani. Ma questo poco importa nel contesto delle "lacrime di San Lorenzo" che domani cadranno dal cielo.
Il popolino come spiega Giovanni Pascoli vede nelle stelle cadenti i carboni ardenti, che avevano bruciato il corpo del Santo, cadere sulla terra!

In Romagna c'è l'usanza di bagnarsi 7 volte nel mare per guarire dalle malattie, come fece una ragazza che sognato San Lorenzo guarì dopo che il Santo le indicò questo rimedio per guarire.


Gli sciami meteoritici più considerevoli che la Terra annualmente incontra nel suo giro intorno al Sole sono i seguenti
quello delle Perseidi - dal 9 al 14 agosto;
quello delle Leonidi - dal 13 al 15 novembre;
quelo delle Andromedeidi - dal 23 al 28 novembre.
Queste denominazioni sono dovute alla posizione del rispettivo radiante, che per le prime è nella costellazione di Perseo,per le seconde in quella del Leone, e per le ultime in Andromeda.
Le Perseidi, o meteore d'agosto, sono dette anche Laurenziane o Lagrime di San Lorenzo perchè piovono appunto verso il 10 agosto. Queste meteore percorrono l'orbita della cometa di Tuttle (1862), orbita immensa che si spinge a 7336 milioni di chilometri dal Sole, ossia quasi il doppio della distanza di Nettuno, l'ultimo pianeta noto.
La gente

comunque guarda il cielo ed esprime il desiderio, che se espresso prima che la meteora tocchi terra si avvera: hanno chiesto alla Hack se anche lei esprimerà un desiderio. Già la vedo come abbia fulminato virando poi al sorriso sardonico di compatimento il giornalista nel rispondergli ... "NO!"

Certo è che sarà un'ottima occasione per festeggiare all'aperto e sognare cercando di assapora l'allegria nella speranza dell'evento.

Perché come ha detto il poeta H. Hamoudi,  Tu non vivrai mai dei tuoi sogni, ma i tuoi sogni ti aiuteranno a vivere! 

Anche se c'è chi ha avverato i suoi sogni e quindi non perdiamo le speranze!

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mercoledì 8 agosto 2012

Buon compleanno Pimpi!

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martedì 7 agosto 2012

Tiramisu 2

Per chi si ricorderà la mia versione del "Tiramelosu" come diceva la nonna ;) vi offro una variante.




Per bagnare i biscotti che abitualmente adopero uso il caffé, ma alla ragazza di mio figlio il caffé non piace, per cui le ho preparato in occasione di una grigliata un porzione a parte.




In uno stampino di alluminio da muffin, ho alternato la solita farcia ( 5 tuorli 5 cucchiai di zucchero a velo, 500 gr. di mascarpone e aroma di vaniglia)  con biscotti "lingua di gatto" bagnati nel Kruskovac (liquore alle pere) e si sa le pere ed il formaggio son una delizia, ho ricoperto l' ultimo strato con gocce di cioccolato! Un successone!!!!

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Ricordi

Stiamo preparando la festa di compleanno per mia figlia: la nostra Pimpi domani compie ventiquattro anni! Nel cercare le foto per uno scherzo orchestrato dalla sua compagnia sono affiorati tanti ricordi, tante emozioni e tanta nostalgia.  Emozioni sopite, sia gioie che dolori,  in una gara spasmodica al sopravvivere, creando nuovi ricordi, per continuare a vivere nonostante tutto.

Guardarmi indietro mi fa sentire ancora più sola, ovviamente, anche se non lo sono: ho loro i miei figli! Ma una gran parte di me è stata lacerata pezzetto dopo pezzetto alla dipartita di ogni componente la mia famiglia.

Sfogliare gli album, rivivere con un amaro sorriso i ricordi delle feste, delle riunioni, delle gite chiassose fatte in compagnia, dei volti e dei sorrisi delle persone care, mi mette addosso una tristezza enorme. La vita mi sembra un'atroce beffa, perché ti rende tanto felice, ma ti toglie tanto: a volte un prezzo troppo grande da pagare. Cerco di farmene una ragione e ringrazio Dio o il Destino, di avermi dato tanto, ma a volte mi chiedo il perché di tutto ciò: di tanto lavorare, tanto sacrificare, tanto amare, tanta solitudine, tanta fatica a vivere.

Come scrive il poeta : "che importa se i cardi graffiano le mani?
Fatica di Sìsifo". Sono convinta che ogni vita abbia un significato e che anche il solo "viverla" sia un dono immenso, sia nella gioia che nel dolore, ma altresì son convinta che non ci hanno dato il libretto d'istruzioni giusto e che ci programmino per il fallimento. Ecco perché invece di saper godere del mio tempo libero, mi aggiro come una tigre in gabbia a cui manchi qualcosa che non riesce più a ricordare, perché la sensazione di ansia della prigionia ha cancellato tutti i ricordi!

Vedo con onesta invidia tante di voi "ragazze" che leggete appassionatamente e tanto e mi trovo vuota a non riuscir a leggere che poche pagine ed abbandonare qualsiasi libro dopo poche ore! Considero come lo stress mi abbia vinto ed abbattuto, lasciandomi poco spazio: lo stretto necessario per sopravvivere. Cerco di aprirmi una nuova via, ma mi rendo conto che nulla mi entusiasma e mi da una nuova dimensione ed avere tanta libertà mi condiziona in modo opposto, immobilizzandomi, almeno per i parametri che avevo prima.

Ultimamente ho constatato che in realtà la mia mente si rifiuta ancora di elaborare la mia nuova situazione, perché ragiona con 37 anni d'attività. E' difficile considerare se stessi con parametri sconosciuti. Per questo sto adottando una nuova strategia: cavalcare l'onda fino a che riesco a restare sulla cresta SENZA PORMI traguardi o aspettative, anzi tutto quello che concludo ed arriva è grasso che cola... Spero solo di saper riconoscere il segno del mio cambiamento quando questo avverrà.

Un abbraccio a tutti voi!




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domenica 5 agosto 2012

Festa d'Agosto

Come ogni anno la mia ex collega ed il marito hanno organizzato una mega festa per una sessantina di amici, tutti ex-ragazzi degli anni ruggenti, che suonavano adolescenti nei primi complessini alla Ginnastica Triestina e si son ritrovati durante gli anni '80 per alcune  manifestazioni "revival". Tanto soddisfatti che una parte ha formato anche un'organizzazione denominata i '60 Ruggenti con simbolo il leone con gli occhiali e suonano periodicamente, specie d'estate. Moltissimi di questi complessi con membri anche acquisiti negli anni di altri gruppi sciolti,  suonano alle sagre di quartiere o di paese, durante la bella stagione. Ma la mia collega avendo una casa in Carso organizza una festa personale e si va avanti tra musica, mangiate, dolci, nuotate in piscina (prefabbricata, per il momento), fino alle ore piccole. C'è il mattatore che fa sketch ridicoli, c'è la lotteria tra i partecipanti per i quali la mia collega prepara oggetti ridicoli e si fanno sempre tantissime risate. Ieri sera la fortuna mi ha baciato due volte !!! Ho vinto la prima estrazione con l'88 e la terza con il 52! Numeri giusti neh?

Durante la serata ho avuto comunque un momento di magone: vedendo amici di mio marito, che mi hanno ricordato quanto mi manchi! Poi  tanta irrequietezza durante una jam session che non amo particolarmente e mi ha annoiato, perché il volume alto non permetteva di chiaccherare. Ma poi mi son ripresa e la seconda parte della serata è stata soddisfacente!

A mezzanotte a casa come Cenerentola, per paura di... non trovar più parcheggio sotto casa ;) !


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giovedì 2 agosto 2012

Fare o non fare? Oziare?

Sebbene consideri la necessità di rassettare e di riordinare la casa, con azione incisiva di pulizia e riordino profondi, la mente non ne vuole sapere in questa canicola di abbracciare l'idea della fatica e della "portata" dei miei progetti.

In questi casi mi pongo sempre un obiettivo minimo al giorno, anche riordinare mezzo metro quadrato ! L'importante è dedicare al progetto uno spicchio infinitesimale di tempo, ma farlo comunque e ripetere mentalmente, che intanto qualcosa è fatto ed è solo necessario il giusto abbrivio per innescare il processo e portare a termine il grosso del lavoro.

Così son partita dalla finestra del soggiorno, dal rinvaso delle piante, dal piantare talee di gerani (è il periodo!) e far luogo in uno scomparto di un mobile. Rimane, per chi come me pazienza ne ha molto poca, il senso d'insoddisfazione per non riuscire ad essere più costruttiva. Ma considero che ogni stagione ha il suo ritmo e che esasperare le cose porta solo allo sfinimento ed a offuscare l'obiettivo, mancando totalmente il proponimento primario.

Intuisco che eliminare, rivoltare e scegliere sono azioni che possono sembrare comuni, ma a volte pesano, perché portano a galla tanti pensieri, tante abitudini, tanti ricordi legati al nostro passato. Passato di cui quasi non si ha più memoria dell'allegria e della spensieratezza, ma anche della fatica e della amarezza, che però erano diverse, perché si andava avanti in due. Ora nel ritrovarmi sola a portare avanti questa vita mi ritrovo spesso a perdermi, davanti al computer alla ricerca di qualcosa di cui neanch'io so bene la natura, ma a volte sembra che il mio unico scopo ora sia far passare il tempo tra mattina e sera, tra uscire per il caffé del buongiorno con i miei figli e preparare il tè alle cinque per mio figlio che rientra e la cena per mia figlia.

Oggi tra la lettura del contatore e l'arrivo della merce Stanhome sono ferma a casa, quindi niente uscita stamattina. Domani di sicuro e comunque vado al bagno. Ma anche lì dopo un paio d'ore scappo: non mi frega più di prender la tintarella, di godere del mare. Il caldo e la confusione mi disturbano e sembra stia sui carboni ardenti!

Sarà il caldo? Spero passi, intanto non demordo.
Un passo dopo l'altro, sempre avanti. E Mucia come supporter, supervisore non si lascia scappare alcuna occasione per metterci la sua ... coda ;D   Mi guarda e sembra dire "qui dentro che ci metti??"

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Bagua

Tra il serio ed il faceto, oggi, dato che ho letto in parecchie di voi l'impulso allo space clearing, ma soprattutto penso a riordinare non solo le cose, ma principalmente le idee in questa pausa estiva, vi posto di nuovo la Bagua.

Per chi non lo sapesse, è lo schema che sovrapposto sulla piantina della propria casa, facendo coincidere la casella inferiore "CARRIERA" con l'ingresso dell'abitazione,o comunque il lato inferiore dello schema stesso, secondo la filosofia Feng Shui cinese, ci indica in che cosa dobbiamo fare chiarezza nella nostra vita.  Tralasciate i titoli che sono indicativi, leggete il contenuto delle caselle e cercate di far affiorare le vostre sensazioni, indagando sulle vostre prese di posizione nel settore indicato e cosa potete fare per evolvere in modo più costruttivo o migliore.


Lo schema è stato copiato dal sito http://www.egeasrl.it/biopagine/bagua.htm

RICCHEZZA

FAMA

RAPPORTI

Questo settore riguarda ricchezza, prosperità, buona fortuna e abbondanza di ogni genere. E’ il luogo adatto per collocarvi un acquario o oggetti di valore, anche qui è sconsigliato collocare la toilette (significherebbe simbolicamente gettare via i propri beni). Questo settore rappresenta la nostra espressione, quello per cui siamo conosciuti. Un orologio in questa zona indicherà una reputazione di puntualità o di ritardo. Si tratta spesso del punto focale di una stanza. E’ sconsigliabile collocare in questa zona la toilette. Questa zona si collega al matrimonio, alle amicizie e ai rapporti con gli altri. E’ bene collocare in questo spazio fotografie che ci ritraggano in momenti felici e con persone che amiamo, un grande vaso pieno di rose, evitiamo di sistemarvi il televisore

FAMIGLIA

SALUTE

DISCENDENZA

Questo settore riguarda i genitori, eredità, il passato. E’ il posto giusto dove esporre fotografie di momenti sereni, documenti e ricordi di passati successi. Il settore è collegato alla salute e alla vitalità,
mantenere questa zona, luminosa e pulita.
Si riferisce ai figli, a progetti o a qualsiasi cosa da noi creata. Chi è impegnato in un progetto, collochi in questa zona fiori sbocciati, veri o dipinti, accanto a oggetti riferiti al progetto stesso

CONOSCENZA INTERIORE

SETTORE CARRIERA

PERSONE UTILI

Il settore riguarda l’introspezione, la meditazione, lo studio. E’ il luogo adatto per una stanza di meditazione, una biblioteca o uno studio Questa zona si collega all’iter professionale, alla carriera, alla creatività.
Nel caso questo settore mancasse, avremmo difficoltà a farci strada nella professione. Per sopperire a questa mancanza è bene collocare in questa zona: specchi, piante, cristalli pendenti o una cascata azionata elettricamente (l’acqua corrente è simbolo di denaro creatività e ispirazione, posta nel settore del lavoro darà nuovo impulso alla carriera).
Questo settore corrisponde al luogo ideale per pregare, bruciare incenso, fare petizioni agli angeli.
Se siamo impegnati in un progetto dove è utile l’aiuto di altri, è bene collocare in questa zona uno specchio o un cristallo.

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mercoledì 1 agosto 2012

La casa delle Bisse!

Vi ho già raccontato che in questi anni, dato che non devo seguire orari rigidi, quando cammino per strada mi fermo spesso a guardare elementi particolari architettonici della mia città. Mi fermo con il naso per aria come una turista e mi fermo, scatto foto cercando di non essere invadente, a volte mi sorprendo a guardare la mia città con occhi diversi.

L'altro giorno mi son fermata di fronte a questa casa , la casa delle Bisse (bisce), che mi ha sempre incuriosito, per tanti particolari inusuali che essa mostra al passante.

Il primo è il portone e il gruppo bronzeo sopra di esso, sovrastato da un terrazzino con una splendida ringhiera con le sbarre a torciglione.

La casa è stata costruita nel 1771 dall'arch. Bobolini. Il gruppo bronzeo è costituito da tre aquile, che rappresentano la Santa Alleanza (Russia, Germania, Austria) mentre catturano il serpente (Napoleone) che sta cercando di mangiare il pomo dorato (l'Europa) che pende dal terrazzo.  Per Trieste l'avvento di Napoleone non fu visto di buon occhio dalla borghesia della città in pieno boom economico partito dal 1750 con la patente di porto franco da parte del padre di Maria Teresa. Nel periodo di dominazione Napoleonica invece la città fu chiusa ai traffici con l'est a causa del retaggio di quattro secoli di scorribande Ottomane nell'Europa dell'Est , finite con l'assedio di Vienna e la battaglia alle porte della città del 1683.
Napoleone considerava Trieste come un caposaldo, una città sbarramento verso i regni orientali ancora sotto l'influenza degli Ottomani.


A destra della foto a lato del balcone potete vedere ancora una finestra originale con la cassa che sporge esterna alla parete. Ho visto molte  finestre con questo genere di costruzione   nelle vecchie case: da alcuni questa intercapedine era usata come refrigeratore e serra d'inverno. Anche se non conosco la vera ragione di una tale  architettura.
 
Il portone è intagliato con maestria e negli specchi ci sono due motivi  sopra due anfore con fiori e frutti, sotto di nuovo le aquile



A destra il campanello è formato da una meccanismo di ferro che entra al di sopra del portone nello specchio della parte superiore protetta da una grata ornamentale in ferro battuto e vetro.




Altra particolarità è la decorazione delle finestre dell'abbaino, con delle tendine fatte in gesso.



Ma ci sono ancora due stranezze. Nel portone ci sono due targhe.
Una che indica come la costruzione sia avvenuta   usando solo aceto e non acqua essendoci stata nell'anno di costruzione una gran siccità! La seconda è una palla di cannone murata nell'androne con una targa che recita  "Hoc me ornamento galli affecerunt MDCCCIX", anche se non c'è stata vera battaglia in quell'anno, dato che nel 1809 Napoleone era già morto ed i francesi non erano più a Trieste.

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Agosto

Nel fare gli auguri di buon compleanno al nostro amico Gemisto, (è una delle date che son riuscita a salvare da splinder! il suo link lo trovate a fianco) ho letto questo aforisma nel suo blog, che penso di far mio da questo mese di Agosto.

Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. (Antonio Gramsci)

Ieri sera ho tagliato i "ponti" con  il passato a cui ero emozionalmente legata da 38 anni. Dovete sapere che fino a che ho lavorato (Dic. 2010) avevo gli account di posta dell'ufficio anche in un programma a casa, in modo da anticiparmi il lavoro o seguire trattative nel week-end o durante le mie ferie. Fatto sta che al mio licenziamento non ho avuto il coraggio di cancellarlo ed ho seguito per un paio d'anni quanto succedeva, restando ovviamente tra le quinte, sperando di tornare ad essere "utile" e di poter rientrare con una collaborazione diversa. Purtroppo la mia speranza si è infranta immediatamente : il mio ex-datore di lavoro ha voluto arrangiarsi subito da solo, non vi dico con quali risultati. All'inizio ad alcuni miei suggerimenti  mi ha rintuzzato minimizzando "piccolezze", per cui non mi sono azzardata ad intervenire oltre. L'ho incontrato di tanto in tanto per un aperitivo ed ho avanzato timidamente un "se le serve una mano...", a cui ha sempre risposto negativamente ed ho considerato se valesse la pena di star là a guardare un modus operandi da brivido, che mi fa torcer le budella. Poi all'inizio di quest'anno uno dei nostri clienti di maggior prestigio, constatato che io non c'ero più in ditta, gli ha detto che ormai non si riteneva più in obbligo di continuare con lui. Da lì è caduta definitivamente ogni mia speranza di ritornare in gioco, perché il volume di affari attuale senza quel cliente è irrisorio.

Ieri, nell'afoso pomeriggio davanti al computer,  ho considerato che di stare a guardare ne avevo abbastanza, anche a sorvolare con nostalgia il mio ex-ambiente di lavoro. Ora, mi son detta, è proprio il tempo di tagliare il cordone che mi teneva legata a questa società. Detto fatto: ho cancellato gli account e gli archivi. Sono triste perché è finito con questo gesto una VITA di lavoro ma soprattutto ho sradicato definitivamente la speranza, o meglio, l'illusione di poter riprendere in mano il mio vecchio lavoro, il lavoro di una vita!
Il fatto di essere ancora disoccupata ed aver tagliato con il passato è ancora più pesante, ma contrappongo a questa sensazione di smarrimento   un'altra emozione: l'affrancamento totale da un vecchio schema, mi dice che sono LIBERA! ;) di darmi la possibilità di far crescere un nuovo progetto. E per questo mi sto attrezzando.

Intanto per re-set-tare la mia vita, che coincide guarda caso con uno splendido nuovo mese, in cui dobbiamo festeggiare la mia Pimpi per il suo compleanno e la matura (si la stiamo ancora festeggiando, tanto ci è costa in sangue sudore e sospiri!;D) che mi decido di partire con una pulizia generale anche dell'appartamento! Un bel space-clearing!

Ho iniziato dalle mie piante che guardo con soddisfazione nella loro crescita. In particolar modo la mia Stella di Natale, che coltivo con amore dal 2005 avendola acquistata all' AIL per il primo Natale passato in questa nuova casa e che a fine giugno avevo potato drasticamente. Ora - come potete vedere-  ha un bel ciuffo di foglie nuove, che crescono a vista d'occhio ogni giorno: un buon messaggio di speranza per il mio cuore stanco!

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